Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato all’assemblea celebrativa dei 100 anni dalla costituzione di Confcooperative, presso l’Auditorium Parco della Musica.
La cerimonia è stata aperta dalle testimonianze di Giuseppe Correnti, Presidente della Cooperativa Verbumcaudo e Carolina Beretta, Vice Presidente della Cooperativa PatrolLine. Il Presidente della Confederazione Cooperative Italiane, Maurizio Gardini, ha quindi svolto la relazione. L’assemblea si è conclusa con l’intervento del Presidente Mattarella.
Eccolo di seguito.
Sono davvero molto lieto di partecipare, insieme al Presidente del Consiglio e ad altri rappresentanti delle istituzioni, a questo evento di celebrazione dei cento anni di Confcooperative.
Questo lungo periodo ha visto molti eventi e grande attività. Nei primi decenni del secolo di attività, il movimento cooperativo ha promosso lo sviluppo di ampie fasce del nostro Paese, sostenendo, promuovendo e consolidando diritti di gruppi e di persone spesso ai margini della vita sociale. Dopo le rovine della guerra ha fortemente contribuito alla ricostruzione dell’Italia e quindi alla crescita del nostro Paese nei decenni successivi.
Il movimento cooperativo ha costituito, sin dall’inizio, un tessuto di protagonismo e partecipazione. Per questo l’Assemblea costituente – di cui abbiamo poc’anzi rivissuto, con una grande efficacia scenografica, il dibattito sulla cooperazione – ha preso atto e ha fatto proprio il valore della cooperazione con l’Articolo 45 (tale divenne poi nella versione definitiva della Costituzione) che evoca e sviluppa l’articolo 2 della Costituzione.
Non è un caso che l’articolo 45 adoperi lo stesso verbo dell’articolo 2: ‘riconoscere’. L’articolo 2 riconosce i diritti delle formazioni sociali, ed evoca esplicitamente il valore della solidarietà, parola chiave del movimento cooperativo.
E l’articolo 45, non soltanto riconosce la funzione sociale della cooperazione, ma dà mandato alla Repubblica di sorreggerla, di promuoverla, di svilupparla, cioè di sostenerla.
Questo è avvenuto nel corso del tempo. Vi è stato a lungo, in tante riprese, un forte sostegno delle istituzioni perché nell’Assemblea costituente ci si è resi conto – e questo si è trasferito nei successivi atteggiamenti – di quanto il protagonismo sociale fosse decisivo per il nostro Paese.
Dopo la Costituente, naturalmente, sono intervenuti molti mutamenti, condizioni nuove, e il movimento cooperativo si è mosso cercando di adeguarsi, sempre muovendosi tra le rigide categorie dello statale e del privato, e contrastando l’erronea convinzione che la vita sociale ed economica si possa esaurire nella dicotomia ‘statale e privato’.
In questi mutamenti in cui si è via via dato vita, con moduli diversi e con condizioni differenti, a questo dinamismo sociale, una delle risposte è stata quella dell’Alleanza della cooperazione. I soggetti più importanti della cooperazione hanno deciso di applicare fra di loro il principio collaborativo che sta alla base della cooperazione e hanno espresso, in un manifesto, un progetto di indicazioni importante per il nostro Paese: sul lavoro, sulla legalità, sull’innovazione, sul welfare, sulla sostenibilità ambientale e sociale.
Vi sono obiettivi in tante direzioni di grande importanza. Vorrei sottolinearne due, che poc’anzi il Presidente Gardini ha ricordato: la cura delle città e il contrasto allo spopolamento di zone interne. Tanti borghi appenninici o alpini sopravvivono nel nostro Paese per la presenza di cooperative di produzione del lavoro. È un contributo decisivo all’equilibrio del nostro Paese e una frontiera decisiva per la vita del nostro Paese: quella delle zone interne e montane da preservare e mantenere in attività e popolate adeguatamente.
Quanto avete fatto in questi decenni, quanto fa il movimento cooperativo nel nostro Paese sottolinea ancora una volta il ruolo fondamentale delle formazioni sociali e dei corpi intermedi – che, non a caso, la Costituzione esprime come pilastro portante della vita della Repubblica – e sottolinea il ruolo decisivo del terzo settore e l’esigenza di tutelarlo, sottolinea il grande rilievo dell’economia civile, come ha poc’anzi detto il Presidente Gardini, e come si è detto nei giorni del festival di Firenze.
Si tratta di realtà capaci di penetrare in maniera più efficace e più puntuale nel tessuto sociale, più rassicuranti per i nostri concittadini.
Per questo ciò che fa il movimento cooperativo nel nostro Paese è decisamente importante.