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Assegnazione del Fondo di rotazione: la risposta di Federsolidarietà Vicenza.

Riportiamo di seguito la risposta di Federsolidarietà Vicenza in merito all’articolo pubblicato sul Giornale di Vicenza che tratta la questione dei centri diurni di assistenza.

“Le affermazioni della CISL, riportate nel Giornale di Vicenza del 28 aprile, non ci sembrano adeguate ad una visione aggiornata del social, che non è rimasto nelle stesse condizioni degli anni Settanta ” afferma Cornelio Dalla Valle, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Vicenza “Non siamo affatto sicuri che quella espressa nel Giornale di Vicenza sia veramente la posizione ufficiale della CISL con la quale c’è stata una buona collaborazione in questi anni. Ci sembra strano che il sindacato esprima una visione di questo tipo. Pensiamo piuttosto questo che sia il punto di vista personale del funzionario, Federico Zanin, che forse non ha vissuto gli ultimi 30 anni di storia dei centri diurni per la disabilità”.

Dalla Valle si richiama alle centinaia di persone con disabilità e alle famiglie che fanno riferimento ai centri diurni del territorio vicentino, per la gran parte affidati ad Enti Gestori privati, e non all’ente pubblico. Tra questi Enti Gestori, moltissimi sono cooperative sociali di Federsolidarietà.

“Il tema del contendere non può essere quello della qualità dei servizi. Come hanno già sottolineato in molti, se la qualità offerta dagli Enti Gestori fosse inferiore a quella dell’Ente Pubblico, non si spiegherebbero la soddisfazione delle famiglie, né tantomeno le convenzioni stabilite e finanziate dalle aziende sanitarie locali fin dagli anni Novanta. Dobbiamo alzare gli occhi e guardare con coraggio al futuro. È pensabile, oggi, con la scarsità di risorse che contraddistingue questo tempo, immaginare di attivare strutture a gestione pubblica? O è forse più intelligente sollecitare le strutture private ad agire come moltiplicatori delle poche risorse ancora disponibili? Gli Enti Gestori – e la cooperazione sociale in particolare – hanno saputo dimostrare di non essere meri esecutori di funzioni assistenziali, ma di essere in grado di attivare le risorse del territorio per favorire l’inserimento sociale e lavorativo delle persone con disabilità, spesso risparmiando”.

L’aspettativa delle cooperative sociali vicentine è di potersi confrontare con il sindacato, a livello locale o regionale, per poter capire meglio cosa si intendesse rappresentare con l’intervista del 28 aprile. La funzione pubblica assolta dai centri diurni per la disabilità è fuori di dubbio, la qualità dei servizi offerti dagli Enti Gestori anche. Ci sono forse altri elementi da discutere, e c’è la possibilità di riallineare una posizione sindacale che probabilmente non ha mai compreso fino in fondo la spinta innovativa offerta del Terzo Settore. Speriamo di poter trovare il tempo e gli spazi a questo confronto, per evitare in futuro contrapposizioni sterili su argomenti ormai sorpassati.